martedì 26 maggio 2009

Sastre, lo spunto del fuoriclasse nel Giro della vergogna


Un anno fa se ne andava tutto solo sulla leggendaria Alpe d'Huez guadagnandosi la maglia gialla del Tour che farà suo, ieri sul Monte Petrano - nella tappa "regina" di questo Giro, sotto un caldo torrido - vola come un airone piazzando la zampata decisiva, staccando tutti. L'acuto di Carlos Sastre lo si attendeva e non è mancato. Da un fuoriclasse della sua portata c'è da attendersi questo ed altro.
Io ho scommesso su di lui quando la quotazione, agli inizi, era a 17,0. Oggi segna 5,0.
Certo le salite per battagliare non appaiono così irresistibili e traguardi come il Blockhaus, Benevento o il Vesuvio, con tutto il rispetto, non sono certamente paragonabili alle tappe o ai "tapponi" decisivi Dolomitici o Alpini, tipici di un Giro d'talia degno di questo nome. Il Passo dello Stelvio è altra cosa.
Su questo aspetto direi di stendere un velo pietoso, soprattutto nei confronti degli organizzatori. Questo era il Giro del Centenario, non uno qualsiasi.
Oltre ad aver stravolto un percorso che ha sempre visto il Giro iniziare nelle regioni meridionali per concludersi al Nord (sin dal primo giro del 1909 la quarta tappa Roma-Napoli veniva vinta da Carlo Galetti), quest'anno Lor Signori hanno pensato bene di stravolgere la storicità della corsa rosa e il risultato è quello di dover vedere gareggiare i corridori su tappe appenniniche, oltretutto poco consone ad esaltare le gesta degli atleti.
Prima di ogni altra cosa c'era da restituire dignità ad una manifestazione storica. Bisognava avere rispetto dei luoghi e delle tradizioni e invece non è stato così. Per me è stato come dare uno schiaffo alla storia di questo grande Sport.
Il "vil denaro" poteva attendere, ci sarebbero state altre occasioni per realizzare esperimenti simili.
Ma oltre ad un percorso inverso, Angelo Zomegnan nella sua intenzione voleva stupire gli sportivi col colpo ad effetto "Armstrong". Gettonato e stra-pagato, la risposta era scontata ed incassata, specialmodo dagli organizzatori.
Certo dignità o credibilità sono dei paroloni in uno sport macchiato dal doping, con corridori che - paradossalmente - per la "sicurezza", a Milano, si rifiutano di correre!!!
Lo sport una volta più popolare è oramai molto impopolare. E a ragione.
La pornografia impera.