venerdì 12 dicembre 2008

Tanti auguri Salerno!

Idee innovative ed esteticamente valide. Ecco un altro colpo ad effetto messo in scena da Vincenzo De Luca in una delle piazze storiche di Salerno, Piazza Portanova.
Un albero di Natale alto 18 metri, finemente stilizzato, con una struttura in alluminio leggero e con migliaia di luci ad intermittenza, tutte rigorosamente a basso consumo energetico.
Erano giorni che qualunque parente o amico mi contattasse mi parlava di questo meraviglioso albero che l’amministrazione ha voluto regalare ai Salernitani. E allora l’ho voluto vedere, non dal vivo, ma facendomi inviare una delle tante foto che girano attraverso i telefonini. Nulla da eccepire, l’albero è davvero bello!
Questa è la forza di De Luca, anche in un momento di crisi come questo riesce ad inventarsi sempre qualcosa di bello, di distensivo che riesce a far breccia nel popolo.
Del resto la credibilità che riesce a trasferire alla comunità è la sua arma migliore, la gente si fida di quello che fa e di quello che farà. Credo che la stima che riesce a raccogliere il sindaco di Salerno in Italia sia più unica che rara. Quando è così i motivi di un così largo consenso ci saranno pure (questo è il terzo mandato con cui De Luca è sindaco di Salerno) e i “fatti”, quelli che alla fine contano sono quelli che fanno la differenza. De luca in questo senso ha fatto tanto per Salerno, bisogna dargliene atto.
Certo come farà il primo cittadino a placare l’esodo di giovani e meno giovani che da un giorno all’altro decidono di emigrare al Nord in cerca di lavoro, questo non oso immaginarlo. E’ anche vero che questi sono problemi che non spetta a lui risolvere. Un amministrazione comunale dovrebbe però attivare una serie di processi politici, economici e sociali per promuovere in qualche modo degli indotti. Penso al turismo, forse una delle poche armi che abbiamo, considerando le bellezze naturali che si trovano a pochi passi dalla città. Promuovere la città stessa come “città del mare”. Ma mi fermo qui.
Penso altresì che in questo contesto De Luca e company si siano mossi poco e male. Diciamo che finora lo “stimolo” che doveva partire dal basso verso l’alto non c’è stato o forse non ha funzionato. Chissà? D’altronde non possiamo sempre fare critiche positive a quest’uomo.
Da un po’ di tempo poi uno dei suoi obiettivi dichiarati è la lotta alla prostituzione e all’abusivismo ambulante, sembra che ci stia riuscendo. Per debellare fenomeni come questi occorrono però anche uomini adatti e capaci. Un plauso và fatto al corpo di Polizia Municipale tutto di Salerno, il fiore all’occhiello della nostra istituzione comunale. Senza di loro non sarebbero possibili i risultati che insegue De Luca. Bravi.
Sulla progettualità di Salerno che dire? Attualmente è fatta di tanti grandi opere, attese a dir il vero da lunghi anni.
Penso alla Metrò leggera, un opera di collegamento primaria e prioritaria, dove però da troppo tempo si susseguono rallentamenti e interruzioni nei lavori non sempre giustificabili. Penso alla grande piazza, più grande di Piazza del Plebiscito veniva urlato anni fa, che dovrà sorgere alle spalle della spiagietta di santa Lucia e che si svilupperà per buona parte sul mare. Penso anche alla litoranea, quella di Via Salvatore Allende che, se pur con qualche sbaraccamento, è ancora un pugno negli occhi per chi la vede, mentre andrebbe valorizzata per le grandi potenzialità. Penso al nuovo scalo di Pontecagnano (la cattedrale nel deserto?) dove già tempo fa dalle pagine di questo blog avevo invocato lo “zampino” di De Luca per dare un maggiore respiro alla struttura.
Penso a queste poche cose, con il cuore di un Salernitano e con l’occhio dell’emigrato.
Un augurio sentito a tutti i Salernitani della terra.

mercoledì 10 dicembre 2008

TAV, si riducono le distanze.. ma non per i pendolari

"Si riducono le distanze, cresce il nostro paese", così sintetizza il gruppo FS, nel suo ultimo spot, la presentazione dei treni super-veloci da 300 e oltre Km/h ormai alle porte, prevista per il 14 dicembre. Un opera da 52 miliardi di euro.
Era da un pò di tempo che mancavo all'appuntamento con il blog, non che non ci fossero gli "stimoli" per intervenire e dire la mia. Diciamo che un malessere generale mi ha impigrito nel ricercare tempo nel passatempo. Di occasioni ce ne sono state, in genere i motivi che ti spingono sono il più delle volte le brutte notizie, anche se in uno dei miei primi post elogiavo lo Stato e la Regione Lombardia per un opera di pubblica utilità come il passante ferroviario .
Ormai siamo alle porte di un altra grande e importantissima opera, frutto dell'ingegno più avanzato al mondo nel settore del trasporto su rotaia, tutto made in Italy, ci tengono a sottolinearlo da più parti i dirigenti FS. E di questo non possiamo che andarne fieri, senz'altro..
Non vado fiero però quando man mano che ci avviciniamo alla fatidica data di presentazione dell'alta velocità i disagi per i pendolari della linea Milano-Piacenza e Piacenza-Bologna si ripetono e spesso con una gravità imbarazzante. E questa non è una coincidenza carissimo Mauro Moretti (numero uno di Ferrovie, lo si vede anche nella foto, alla presentazione del "Frecciarossa").
In pratica accanto ad una linea vecchia e fatiscente ne è stata costruita, a parte, una nuova con treni e vetture nuove di ultima generazione. Ma questa linea dovrà pur interagire e mettersi in comunicazione con quella vecchia e il risultato quale sarà?
Intanto soppressione dei treni e ritardi esorbitanti dal mese di Novembre sono all'ordine del giorno. Per non parlare dello stato in cui si viaggia: siamo al terzo mondo. Avete presente quelle foto che ogni tanto fanno il giro di posta in cui si vedono persone (in genere asiatiche) caricate su quei vagoni all'inverosimile, stile carro-bestiame? Niente di più simile.
E le condizioni dei locomotori e dei vagoni che trasportano i passeggeri? Sporchi, sudici, andrebbero bonificati e soprattutto vecchi di 40-50 anni.
Tutta questa innovazione necessaria al nostro paese nel campo del trasporto terrestre - nessuno lo nega - non doveva e non deve, come stà accadendo, passare sopra le teste di centinaia di migliaia o forse milioni di utenti che la mattina regolarmente devono recarsi nella capitale meneghina per raggiungere il posto di lavoro. Eppure ricordo ancora fresche le parole dell'allora Ministro Lunardi che invitava alla calma i pendolari della Lombardia perchè i sacrifici per l'alta velocità e per la linea nuova, avrebbero portato senz'altro "beneficio" anche sulle linee locali che secondo lui (ma non solo lui) sarebbero rimaste in questo modo più "sgombere".
Io invece non ho mai creduto a queste fandonie e l'ho sempre urlato ai vari comitati pendolari e alla gente che incontravo in stazione e che ahimè ripetevano le stesse cose che leggevano sui giornali. La situazione non poteva cambiare, fin quando non venivano investiti un pò di soldini anche sulla linea vecchia e soprattutto su mezzi fatiscenti e obsoleti. La prova ora è davanti agli occhi di tutti.
Solo che ora sentiremo parlare di alta velocità dappertutto, ovvio, ma i disagi per i pendolari c'erano, ci saranno ed aumenteranno.
Anche lo stesso passante di superficie che raggiungerà con due nuove linee Melegnano e Lodi da Novara, Saronno o Varese che servizio potrà offrire se il parco macchine che attualmente è in essere non soddisfa già le attuali esigenze!?
E già, perchè gli alti dirigenti dell'azienda hanno pensato bene che per un pò di anni il pizzico sulla pancia se lo devono dare proprio i pendolari, quelli che portano soldi sicuri nelle casse dell'azienda, con aumenti sui prezzi dei biglietti e degli abbonamenti che continuano vergognosamente ad essere applicati e con un servizio pari ai paesi del terzo mondo dell'Africa o dell'Asia. Ma questa storia quanto altro ancora potrà durare, non è bastato quello che abbiamo dovuto sopportare in tutti questi anni?? Dovremo forse ancora aspettare i risultati positivi che verranno della TAV per vedere qualche euro di investimento sui carrozzoni della bassa velocità?? Ce lo dica Moretti e in fretta!
E come se non bastasse continuano le manovre atte a battare cassa, anche le ultime, luride, come: eliminazione di diverse corse sugli orari invernali (siamo alle comiche!), annullamento di qualsiasi forma di bonus per gli abbonamenti mensili, la possibilità ad abbonamento emesso (es. il settimanale) di non poterlo più cambiare o rimborsare anche se inutilizzato e mai timbrato. Oramai, e questo non è un mistero, i Signori delle Ferrovie se le inventano tutte pur di non rimetterci un soldo e far pagare il tutto agli utenti finali.
Ma parliamoci chiaro, il paradosso del sistema Italia traspare anche nell'Alta Velocità, dove dinanzi ad un opera di ingegno altissimo, "irrinunciabile" (come ha detto qualcuno) e ad un servizio che - si spera - sia altrettanto efficiente, troviamo ancora un sistema di una rete ferroviaria locale e regionale che con il suo parco macchine è davvero fatiscente e il cui servizio è troppo spesso imbarazzante.
E il problema non è tanto, come un noto quotidiano economico l'ho ha rappresentato, ossia un servizio quello della TAV "per facoltosi". Certo non è un servizio per poveracci. Ma il problema che a mio avviso si trascura è che in mezzo ai pendolari ci sono tutti: ricchi, poveri, ceti medi. La gente tutta è esausta perchè sa che FS non potrà restituire mai il tempo che gli è stato sottratto nel lavoro o in famiglia con i propri cari/figli. E soprattutto è incazzata e vuole dire Basta. Questo spaccato proprio non mi va giu perche non sta in piedi.
Le Ferrovie dello Stato stiano bene in guardia e restituiscano un pò di moralità e di contegno su queste linee della "quotidianità" e della speranza, non ci facciano viaggiare più come bestie.
Perchè per i pendolari - caro Sig. Moretti - le distanze si allungano.

lunedì 17 novembre 2008

La benedizione speciale del Papa a Pinochet

Nel via vai di mail che vengono scambiate quotidianamente nell'universo telematico, una in particolare inviatami da un amico non poteva passare inosservata. La notizia oltretutto non è nuova ma emersa - pare - già una decina di anni fa, anche dalle pagine di un noto settimanale italiano.
L'oggetto è una lettera di Papa Wojtyla del 18 febbraio 1993. «Al generale Augusto Pinochet Ugarte e alla sua distinta sposa, Signora Lucia Hiriarde Pinochet, in occasione delle loro nozze d'oro matrimoniali e come pegno di abbondanti grazie divine, con grande piacere impartisco, così come ai loro figli e nipoti, una benedizione apostolica speciale. Giovanni Paolo II.» Così concludeva la sua lettera in Spagnolo il sommo pontefice nel giorno della ricorrenza delle nozze d'oro del famoso generale Cileno.
Chi era Pinochet? Sintetica ed efficacie questa scheda biografica che ne ripercorre la sua carriera politica e militare. Mi permetto comunque di poter affermare che costui è stato uno dei più autoritari e sanguinari dittatori che la nostra storia recente abbia mai conosciuto. Il suo potere arrivò con un colpo di Stato (ai tempi in cui io ero un neonato, 1973) che rovesciava di fatto il governo Socialista di Salvator Allende. Non è un mistero ne ci imbarezzeremo per dovere della storia (contemporanea) se diciamo pure che quel golpe fu finanziato dalla C.I.A. dell'allora presidente Richard Nixon (lo stesso dello scandalo Watergate e il primo ed unico a dimettersi dalla carica di Presidente della Casa Bianca), acerrimo nemico di Allende, che non intendeva assoggettare la sua politica agli interessi delle potenti lobbies Americane.
La tirannia di Pinochet e la sua dittatura prosegue fino al 1988, anno in cui con un referendum viene reintrodotta la democrazia. I dati che emergono dalle sue persecuzioni sono inquietanti: il rapporto Valech sviluppato da una Commissione d'inchiesta indipendente nel 2006 fornisce numeri che fanno rabbrividire, come i circa 28.000 casi di persone torturate o di detenzione politica. Signori questa è storia, nessuno si senta offeso..per l'amor di Dio (Francesco docet!).
In un simile quadro è più che imbarazzante ed inquietante appunto la lettera di Papa Wojtyla prima e del Cardinale Sodano poi. Questi i testi integrali (leggi qui) .
Le lettere sembra siano state pubblicate nel 1998 per volontà dello stesso Pinochet.
Eppure, stranamente, non ricordo alcuna "cassa di risonanza" formatasi dinanzi a una notizia del genere? Opinioni? Magari ho corta memoria e non ero particolarmente attento in quel periodo. Certo gli elementi per far emergere un dibattito o quanto meno un confronto c'erano stati tutti.
Cosa dire e cosa pensare? Sorpreso è dire poco. In quanto cattolico mi sento profondamente offeso. Non si può nascondere che con questi scritti il Vaticano e la Chiesa Cattolica si sono macchiati di una vergogna. E quella resta.
Pur volendo scavare nelle ragioni di una "diplomazia sostenuta" cui il potere temporale dello Stato Vaticano e più in generale la Chiesa si sia dovuta sempre servire per tessere quella ragnatela di relazioni indispensabile anche nei confronti di quei popoli e di quei potenti così lontani dal suo "credo", si fa fatica lo stesso a comprendere un atteggiamento così spudoratamente servile e asservito.
Una risposta la Chiesa ce la deve ancora, sempre, comunque.

sabato 1 novembre 2008

Pasolini e il coraggio della verità

"La morte non è nel non poter comunicare ma nel non poter essere compresi". Sulla sua indifendibilità Pasolini vedeva lontano. "Giudizi troppo sommari nelle aule dei tribunali non rendono ancora, a trent’anni dalla sua morte, giustizia dell’uomo", così concludevo qualche anno fa un post scritto nella pagine del blog dell'"opinion maker" Vincenzo, ricordando la figura di Pierpaolo Pasolini, con un ritratto che tendeva a riscoprirlo più come autore e pensatore dei nostri tempi. Mi limito pertanto a descrivere una sintetica definizione che Wikipedia gli da: "è internazionalmente considerato uno dei maggiori artisti e intellettuali italiani del XX secolo".
Questa volta invece mi concentro sulla morte appunto e sull'ingiustizia che si è protratta sino ad oggi sul suo delitto e su quali possano essere stati i veri responsabili. Oggi a 33 anni dalla sua scomparsa nulla è cambiato. Anzi, da qualche anno a questa parte le confessioni di Pino "la rana" - unico colpevole per quell'orribile e efferato delitto che ha pagato con la galera il suo crimine presunto, ammesso che sia centrato qualcosa - fanno ancora più rabbia e confermano sempre più che alle spalle di Pasolini si fosse realizzato un complotto.
Nel diario Pelosi esordisce con queste parole: "Mi presi tutte le responsabilità per non coinvolgere i miei amici di allora. Fu l’avvocato a suggerirmi quella linea difensiva. Pensava che da minorenne me la sarei cavata con poco".
Il "riccietto", simile a uno dei personaggi raccontati proprio da Pasolini nei suoi romanzi e nei suoi film, ha raccontato delle falsità al processo e questo è un dato di fatto: una fra tutte quella di essere stato lui solo ad uccidere il poeta, mentre le prove e gli atti confermerebbero il contrario. E lo stesso Pelosi lo ha ammesso dopo oltre trent'anni: "c'erano tre che avevano un accento siciliano..e se stetti zitto è per paura di avere delle ritorsioni. Io servii solo ad adescarlo".
Le ultime mezze verità di quest'uomo confermano la validità delle ipotesi che si racchiudevano nel bellissimo film di Marco Tullia Giordana, "Pasolini un delitto italiano".
Cosa voleva farci intendere Pelosi con quelle parole, che ad ammazzare Pasolini ci fosse per caso la mano della mafia? Mi chiedo comunque cosa c'entrino i siciliani, siamo ancora dinanzi ad una deviazione della verità.
La smetta una volta per tutte di prenderci in giro e la dica fino in fondo la verità questo disgraziato. C'è più di un valido motivo per pensare e credere che i nemici Pasolini li avesse a Roma, a due passi da quelle borgate che frequentava e che raccontava idealisticamente nelle sue opere. E che non fosse opera dei personaggi di strada di quelle borgate (come pure qualcuno ha sostenuto) o di balordi come "la rana". C'è una mano pensante e Pelosi la smettesse una volta per tutte di continuare con queste mezze verità che gli consentono intanto di mattere su qualche sporco soldo. Pelosi conosce bene i nomi di quelli che lo ricattarono e comunque conosce la mano che si muoveva dietro quella gente, non può essere altrimenti. Chi erano costoro Pelosi?? Ce lo dica una volta per tutte e non lo faccia solo per Pierpaolo ma in nome della verità.
Pasolini è stato ammazzato perchè, non era soltanto un critico scomodo, ma aveva il coraggio di fare i nomi e cognomi delle stragi di quegli anni e di quelli che avevano in mente di organizzare il movimento di azione fascista contro il Comunismo che prendeva piede dopo il '68.
Lo scritto che lui firmò in un famoso editoriale del novembre 1974 sul Corriere della Sera, un anno prima che lo uccidessero, mostra in tutta la sua eloquenza quali potessero essere i suoi nemici. Ve ne illustro qualche passo a riprova (ma vi consiglio di leggerlo integralmente qui):
"..Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato "golpe" (e che in realtà è una serie di "golpe" istituitasi a sistema di protezione del potere). Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969. Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974. Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di "golpe", sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti. Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974). Io so i nomi di coloro che, tra una Messa e l'altra, hanno dato le disposizioni e assicurato la protezione politica a vecchi generali (per tenere in piedi, di riserva, l'organizzazione di un potenziale colpo di Stato), a giovani neo-fascisti, anzi neo-nazisti (per creare in concreto la tensione anticomunista) e infine criminali comuni, fino a questo momento, e forse per sempre, senza nome (per creare la successiva tensione antifascista)...
Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero.Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell'istinto del mio mestiere"..di intellettuale ovvio. Non di uno qualsiasi ma di uno profondo, sensibile e tanto coraggioso.
La sua terribile ed atroce morte sta gridando ancora vendetta, perchè la verità ad oggi non è ancora emersa. Quella verità che Pasolini ha sempre ricercato sino alla morte e che purtroppo la giustizia italiana non ha restituito, come in ogni processo degno di questo nome.
Del resto, non a caso, il coraggio della verità in questo mondo è roba da pochi e io credo che Pasolini sia uno di questi.

venerdì 24 ottobre 2008

Vado al Massimo

La speranza del centro-sinistra democratico riparte domani 25 ottobre dal Circo Massimo, scenario notoriamente pertinente a feste popolari e incontri collettivi memorabili.
Dopo la sconfitta elettorale di un anno fa, il Partito democratico di Veltroni cerca di ricompattare il popolo della sinistra e a ridisegnare quell'unità di intenti che finora era mancata.

Troppo bollenti forsi i temi attuali su cui il governo Berlusconi dimostra di perdere colpi e su cui le rimostranze delle opposizioni appaiono oggettivamente fondate. Due fra tutti la Scuola e l'ambiente, temi a me cari su cui avevo già espresso le mie considerazioni dalle pagine di questo blog. Mi fermo solo a questi argomenti attuali e non ritorno sulle promesse fatte in campagna elettorale e ribadite dal premier su cui mi sembra superfluo ricordare.

C'è da aggiungere che la congiuntura economica particolarmente sfavorevole al governo Berlusconi sta facendo il resto. D'altronde quella "ripresa" auspicata nel corso degli ultimi anni, sempre vana, faceva pensare inevitabilmente - inutile nacondersi dietro a un dito - che si arrivasse ad una recessione, a un tracollo e a una crisi tanto seria in cui l'Italia, così come gli altri governi europei, non si è mostrata particolarmente attenta e previdente, contrariamente a quanto sostenuto dagli attuali governatori. Tutto ciò mi ricorda un pò l'ingresso dell'euro del gennaio 2002, dove la speculazione sull'innalzamento dei prezzi facimente prevedibile non fu ostacolata con opportune misure di controllo; con l'aggiunta che a quei tempi stavamo messi leggermente meglio di ora, il che è tutto dire!

Ora Veltroni e company cercano l'unitarietà in nome del riformismo, si risentono termini come moderati, progressisti, riappaiono d'incanto gli ulivisti, si cerca ancora di sferrare un colpo a effetto per gli indecisi. Fa parte del gioco politico? Non so, in questi casi la retorica gioca un ruolo determinante, anche ridicolo se vogliamo ma è il gioco del consenso. Certo il piatto che ha messo sul tavolo Berlusconi con Gelmini, Prestigiacomo e gli altri è ghiotto e la manifestazione di domani sembra capitare a fagiolo. Se ne è accorto bene anche la volpe D'Alema che ha affermato come le reazioni spropositate del premier hanno "creato un clima in cui ha convinto anche gli indecisi" a scendere in piazza.

Insomma si ritorna in piazza, da quel luogo di aggregazione, di condivisione, dal luogo più antico di partecipazione e dibattito. Dal numero di persone che accorreranno domani al Circo Massimo credo si avrà l'entità dei progressi dell'opposizione e un monito reale dell'attuale orientamento politico. Domani sarà il tempo dell'opposizione.

lunedì 13 ottobre 2008

Giro 2009, nel ricordo del centenario?

La notizia era nell'aria, oggi l'ufficializzazione: Lance Armstrong tornerà a correre e la sua prima competizione sportiva del 2009 sarà il Giro d'Italia.
Nel centenario gli organizzatori del Giro non potevano mettere in canna colpo migliore in termini di risonanza mediatica. Certo la notizia è di quelle che fa senz'altro scalpore dal momento che il corridore Texano ha 37 anni e mancava dalle corse da 3.
Accattivanti le sue parole dopo l'annuncio della partecipazione: "non aver mai corso il Giro è per me un grande dispiacere, mi piacerebbe molto farlo". Un imbarazzo lungo 7-8 anni e anche più, concentrato piuttosto a riservare forze e pensieri per l'unica corsa a tappe della sua vita, il Tour de France.
Ora il Sig. Lance vuole sbalordirci con una sua nuova avventura in Italia, la sfida del centenario?
Per me è un disonore paragonare un "campione chimico" come Armstrong ai pionieri della prima grande corsa a tappe della storia, ai fautori della metafora e della parabola del "pedalare", agli eroi delle strade polverose e del fango.
Sono passati 100 anni dalle imprese di quei grandi, quelli con la G maiuscola come Ganna, Galetti, Gerbi. E se i tempi sono cambiati, non mi sembra così onorevole ospitare un corridore così grande di vittorie ma così spudoratamente schermato a controlli di ogni tipo.
Uno che dice "voglio vincere il tour e battere il cancro" non è a mio avviso degno di partecipare ad una corsa che deve evocare ricordi ed esempi illustri. Uno che vince 7 tour di fila ci vuole raccontare che ha debellato una malattia come il cancro a colpi di pedalate? Dovremo definirlo allora l'onnipotente o l'extraterrestre?
Lo sport che sconfigge la malattia è una bella favola che dobbiamo lasciare alle spalle e che non ci appartiene. La corsa rosa scende di anno in anno progressivamente di tono, di vigore, di popolarità e questo inevitabilmente c'entra con il fenomeno doping che non attenua la scia. Ma evidentemente non c'è la volontà di debellarlo nel sistema ciclismo stesso.
Sarà paradossale ma al cospetto della favola dell'Armstrong ammalato e "sempreverde" prediligo e mi appartiene mille volte di più la storia di un uomo lasciato morire solo come un cane abbandonato, Marco Pantani.

venerdì 10 ottobre 2008

Momenti da Stadio

Alle scalee del Garilli di Piacenza per gustare ancora come può essere bello vivere una partita di calcio dal vivo. E non solo perchè la nostra squadra del cuore ha vinto ma soprattutto perchè lo stadio può essere ancora quel luogo di incontro, di condivisione che come pochi riesce a catalizzare l'attenzione di vecchi e nuovi amici.

Miracoli di una partita di pallone?

Il concetto è ben descritto qui dall'amico di avventure (granata) Vincenzo, l'opinion maker, che ha pubblicato anche una bella foto.

venerdì 3 ottobre 2008

La favola dei tempi maturi per l'economia

Oggi ho fatto una riflessione sul momento assai critico che sta affrontando il mondo della finanza, delle banche e dell’economia in generale. A dir il vero il momento negativo si trascina da diversi anni, tra alti e bassi la ripresa così tanto sperata non sembra avere mai corso.
Anche il mondo del lavoro risente pesantemente dell’effetto negativo dell’economia e la situazione non tende a migliorare, anzi sembra peggiorare progressivamente.
Inutile far finta che l’ennesimo scossone si è avuto con il fallimento di Lehman Brothers, non solo perché il più grande tra le bancherotte mondiali, ma perché sorprende come un istituto insospettabile ai più informati, possa di colpo subire un tracollo così irreversibile.
Il problema che mette i brividi addosso a tutti è che se ciò ha colpito un colosso come Lehman allora può accadere allo stesso modo ad una delle nostre realtà bancarie da un momento all’altro. Ossia il pericolo è globale.
In Italia certo la crisi subprime dei mutui non è ai livelli di quella Americana. Non dubito. Qui da noi tutti concordano sul vantaggio di avere ancora una banca fortemente ancorata al tradizionale.
E se in Italia il problema non è sui mutui o sui derivati ma piuttosto sui profitti e su una considerazione che è più di una semplice sensazione, ossia che qui la crisi è nel mancato investimento dei consumatori?
In questi ultimi giorni abbiamo assistito attraverso la Tv di Stato ad un informazione dei TG molto rassicurante, con interventi da parte di ospiti di primo piano del mondo economico, tesa in qualche modo a ridimensionare la crisi Americana e a tranquillizzare i risparmiatori.
Io premetto che quando gente come Profumo o Colannino escono in modo così prorompente attraverso il mezzo televisivo c’è poco da stare tranquilli. Domanda: quante volte avete visto il loro volto in TV? Io personalmente mai. Guarda caso in un momento così fortemente negativo per l’economia.
Il Colannino ci viene a raccontare che Cai è una cordata seria e ci tranquillizza sulla solidità finanziaria della stessa; inoltre ci dice che per arrivare ad un risanamento di Alitalia bisognerà aspettare il medio-lungo termine. Che notizia ha fornito, se non un luogo comune?
Profumo invece, numero uno di Unicredit, all’indomani di un paio di sedute pesantemente negative del titolo azionario, esordiva dicendo “i correntisti non hanno nulla da temere”, fortuna che proprio quel giorno il titolo chiudeva con una boccata d’ossigeno. Inoltre consigliava di “investire sulla base delle proprie esigenze..senza andare incontro a rischi eccessivi”, aggiungendo un termine vecchio quanto speculativo al massimo, “diversificando”.
Che tipo di informazione ci stà dando il buon Profumo?
Non ci viene a raccontare di stare cauti e aspettare, ma non era di certo questo quello che bisognava aspettarsi, ovvio. Ci viene però a dire il luogo comune più diffuso dell’economia: investite ma diversificando in modo da ridurre i rischi. Ma questo è stato da sempre un cardine valido, anche in periodi di massimo splendore della finanza. Detto in questo momento che valore ha? Bolle di sapone.
In un simile quadro fanno poi eco le parole del nostro ministro Tremonti: "I rischi per l'Italia restano contenuti".
La domanda che mi sovviene: è giusto rassicurare in un momento così poco rassicurante?
Alle parole di Colannino, Profumo e Tremonti rispondo comunque con un Amen e così sia.
Credo che i tempi siano davvero duri e non so se utilizzando o “inventando” altri tempi (come mi ricorda vagamente una frase di uno Stefano Benni fantasioso ma non troppo) riusciremo ad invertire i termini della questione.

lunedì 29 settembre 2008

Il fischietto dell'arbitro?

I tagli di spesa che riguarderanno anche la Scuola pubblica fanno discutere. L'opposizione tutta e i sindacati si sono mossi contro il progetto di riforma avanzato dal Governo Berlusconi.
Il Ministro Gelmini quest'oggi, alla stregua di quello che aveva affermato il Capo dello Stato, ha auspicato una "grande alleanza", indispensabile per far nascere una "scuola nuova, d'eccellenza, una scuola di qualità per tutti". Nella Santa alleanza la Gelmini include tutti i soggetti: studenti, insegnanti, genitori, istituzioni e la scuola stessa come "strumento di riscatto per tutti i ragazzi" e come istituzione educativa.
Il Ministro ha anche detto che l'opposizione considera la scuola "il terreno di battaglia al Governo".
I punti critici mossi dalla sinistra sono il "maestro unico", un ritorno alle origini se vogliamo, così come i tagli che riguardano il tempo pieno e l'inglese. A tal riguardo è stata molto netta la posizione del PD per bocca di Veltroni, il quale ha parlato di un idea di scuola da parte del Governo "non inclusiva" che non fa altro che acuire le "diseguaglianze sociali. La riduzione del tempo pieno è un altro colpo alle famiglie più povere".
In questo dibattito molto vivo si sono - sempre oggi - aggiunte le parole di Giorgio Napolitano che direi sono state piuttosto sorprendenti. Il Capo dello Stato infatti ha stemperato le critiche mosse alla riforma del Governo da parte di Sindacati e delle sinistre. Ha parlato di un "imperativo" irrinunciabile da parte dell'Italia che nel "suo stesso vitale interesse", ha assunto l'impegno di ridurre a zero il deficit pubblico nei prossimi anni. "Ciò comporta, inutile negarlo, un contenimento della spesa per la Scuola". Certo Napolitano ha poi subito aggiunto, per controbilanciare, che l'obiettivo di ridurre tali costi va formulato "in un clima di dialogo" e non deve prevalere su tutti gli altri. Efficienza e qualità nella Scuola, questo sostanzialmente il messaggio del Capo dello Stato!?
Ma certo caro Presidente, lo sappiamo tutti che nella Scuola pubblica, come per gli altri settori della società e delle sue istituzioni, combattere gli sprechi è diventato ormai l'imperativo dominante. Le irrazionalità vanno affrontate, contenute e se possibile stroncate.
A parte il fatto che un simile discorso me lo aspetterei da un Ministro all'istruzione o da un Ministro dell'Economia o se vogliamo da un presidente del Consiglio votato alle libertà e al liberismo e sostenitore del suo Governo. Non di certo da un capo dello Stato.
Certo, nel segno dell'unitarietà ci vuole il dialogo, ci vogliono le alleanze per perseguire gli obiettivi comuni. Ma proprio per questo è necessario, come in ogni democrazia degna di questo nome, che i sindacati facciano la loro parte e le opposizioni svolgano la funzione che compete loro; e che il Presidente della Repubblica continui ad essere l'arbitro di una partita e non ostacoli il dibattito e prenda come in questo caso posizioni (se ovvio non politiche).
Io non sono in grado di sapere se i tagli sulla scuola siano oggettivamente inevitabili come ricorda oggi Napolitano. So però che non è mai il tempo di investimenti, che pure sono alla base di un effettivo cambiamento e miglioramento del sistema Scuola. Ma va bene, non è il tempo degli investimenti e mi sta bene. Ma non riempiamoci sempre la bocca sull'"eccellenza" (ammesso che chi parla ne sappia il significato pedagogico) o della solità "qualità", anche sulla Scuola oramai è di moda.
Caro Presidente perchè non si pronuncia un pò sulla vicenda Alitalia, su questo baraccone che è stato creato e volto a "salvare" una società in grave perdita che si sorregge sul "danaro pubblico"?
E perchè a proposito di "sprechi pubblici" non ci illumina sui costi della politica, a partire dalle centinaia di migliaia di parlamentari e senatori di ogni specie che campano con stipendi prima e pensioni poi da capogiro?
Caro Presidente non sia pronto con il fischietto dell'arbitro di calcio ad ammonire su un dibattito democratico, come quello della Scuola pubblica oggi. Vitale nella sua essenza. Grazie.

sabato 27 settembre 2008

Le api ispiratrici per la sicurezza


Ieri sono rimasto sorpreso dall'idea innovativa avuta da Nissan in campo tecnologico e in particolare nella robotica.

La prestigiosa casa automobilistica Nipponica ha presentato al Ceatec - fiera IT ed elettronica d'avanguardia - un progetto che è destinato a tracciare un filone molto importante verso la sicurezza stradale, con la creazione di un car robot "biomimetrico", battezzato BR23C.

L'idea tanto originale si ispira alla biologia delle api e al loro volo. Prendendo infatti spunto dall'organo di percezione visiva di questo insetto, capace di un angolo di visione omnidirezionale superiore di 300°, gli ingegneri hanno sviluppato una telecamera laser capace di far variare la direzione di un veicolo evitando l'impatto. Per meglio comprendere il concetto che ha portato all'ingegno potete consultare questo blog.

Un idea geniale che credo possa segnare un solco nella tecnologie anti-collisione legate alla sicurezza stradale. Certo pensare ad un automobile che riesce di colpo a cambiare direzione per effetto di uno stimolo esterno fa un pò "specie" anche perchè bisognerebbe poi capire come una simile tecnologia riesca ad integrarsi in un sistema di pilotaggio non automatico come quello attuale dei comuni autoveicoli. Ammesso che sia previsto.

martedì 16 settembre 2008

Il Santo apostolo e evangelista

San Matteo, santo patrono di Salerno, festa del 21 settembre.
Ogni Santo è ricorrenza, festa, folklore. Ogni Santo è tradizione.
Scusate però il peccato veniale, ho sempre pensato che nella mia città Natale avessimo un Santo davvero speciale.
Le reliquie conservate nella cripta della cattedrale che prende il suo nome sono frutto dell'opera dei Longobardi che le portarono a Salerno il 6 maggio 952, dopo svariate peripezie e la cui storia è intrisa di narrazioni. Allora Salerno era sede di un principato da loro governato.
Il 6 maggio infatti ricorre il giorno della traslazione delle sacre reliquie e non molti sanno che la celebrazione del santo avviene due volte l'anno, compresa questa data.
Il dono dei Longobardi è stato grande perchè in vita Matteo fu scelto da Gesù come uno dei dodici apostoli. Famoso il "Seguimi" (metafora cristiana di alto valore) che Gesù rivolse al pubblicano nonchè esattore delle tasse. Ma anche perchè autore del primo dei quattro Vangeli.
La festa patronale che si tiene tra pochi giorni si incentra su una processione che attraversa il centro storico della città, dove vengono trasportate in spalla le statue di diversi Santi. Famosa anche quella di papa Gregorio VII morto in esilio a Salerno, sotto i Normanni.
La statua di San Matteo in argento viene traportata dai lavoratori del porto, assai devoti, che tramandano nel tempo questa usanza. Anche i pescatori Lo considerano da sempre loro protettore. Nota la sosta della statua, dopo aver percorso la centralissima Via Roma, alla Piazza Cavour dove il santo viene rivolto verso il mare, storicamente bene e ricchezza primaria dei Salernitani. Del resto il panno alzato il 21 agosto per dare inizio ai festeggiamenti (esattamente un mese prima, di cui la foto sopra) raffigura proprio lo sfondo del porto con il mare.
La fine della processione culmina con la corsa del Santo verso il duomo, sulle cui scale viene portato in trionfo e in cima alle quali viene fatto ruotare più volte in segno di saluto e benedizione verso i suoi fedeli. Questo è il momento più caratteristico ed emozionante della celebrazione.
A questo momento non voglio stavolta mancare e dopo anni potrò ricevere il prezioso saluto anch'io e il mio piccolo Matteo Sabato.
Lode a te San Matteo.

lunedì 8 settembre 2008

Curve pericolose

Da domenica prossima e fino al 31 ottobre le due curve del Napoli resteranno chiuse agli "spettacoli sportivi" perchè il Giudice ha ritenuto che in esse si annidano abitualmente "gruppuscoli di facinorosi, protagonisti di intollerabili azioni delinquenziali".
Insomma pugno duro del giudice sportivo che vuole evidentemente lanciare un messaggio forte alla lotta contro la violenza negli stadi. Le lesioni subite da alcuni poliziotti nella fase di accompagnamento dei tifosi Napoletani all'Olimpico (parliamo di episodi appena fuori lo stadio) e dentro con lancio di petardi, oggetti vari e fumogeni sono costati caro al Calcio Napoli. Tenuto conto anche della "specifica recidività", la società sarà chiamata a rispondere a titolo di "responsabilità oggettiva".
Costeranno caro anche a quei tifosi che hanno sottoscritto l'abbonamento delle Curve e che hanno diritto alla fruizione dello spettacolo, parliamo di circa 15.000 persone.
Inutile dire che questo tipo di pronunzia appare un tantino esagerata e appare più un palliativo rispetto alle violenze accadute in mattinata nella stazione di Napoli centrale, luogo di partenza per un nutrito gruppo di tifosi e con loro qualche immancabile bestia. Dico esagerata perchè non si può paragonare questo episodio con la violenza accaduta a Catania in occasione dell'uccisione dell'ispettore Raciti o ai fatti della Capitale successivi alla morte del tifoso della Lazio Gabriele Sandri dove un gruppo di tifosi organizzarano un vero e proprio assalto alla Questura di Roma, entrambi avvenuti lo scorso 2007. Contro Napoli e i Napoletani credo ci sia stato un accanimento mediatico. La vera notizia di tutta questa violenza è stata montata perchè le stesse prove TV, al di là di qualche coro becero, non testimoniano di attacchi o disordini tanto gravi.
Disorganizzazione, inconsistenza, superficialità del servizio d'ordine, della questura e della prefettura? Maroni dopo aver lanciato i suoi messaggi "duri" per voce del governo che rappresenta aveva ammesso che qualche cosa non aveva funzionato e aveva parlato di errore di valutazione.
In un motivo o nell'altro però quel convoglio è partito e ha proseguito la sua inevitabile scia di esuberanza e di violenza.
Fortuna che non ci sia scappato il morto.
Ma è chiudendo pezzi degli stadi che si risolve un problema così diffuso e dilagante come quello della violenza?
Cosa fà lo Stato e cosa intende fare per arginare un fenomeno che persiste?
Cotinuare ad appoggiarsi sulle consulenze dei Comitati di analisi per la sicurezza di eventi sportivi e dell' Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive?
Finora ho sentito parlare di "tolleranza zero" che se deve estrinsecarsi con decisioni come queste c'è solo da sperare che la violenza non si ripeta. Il Ministro aveva anche pre-annunciato all'indomani dell'accaduto che sarebbero state vietate le trasferte dei tifosi napoletani per tutta la stagione calcistica.
Gli interessi del calcio sono grandi e non si affievoliscono, si acquistano calciatori a cifre record col passare degli anni e gli stessi percepiscono somme che definire folli è riduttivo. Ancora pubblicità, sponsor, diritti televisivi e chi più ne ha più ne metta.
E i tifosi, dai più esagitati a quelli meno, si riflettono in questo mondo con il pretesto dell' appartenenza ad una bandiera, a una città.
Io invece al lunedì sera (sportivo) devo continuare ad ascoltare commentatori sportivi, giornalisti e santoni di ogni specie sparsi fra reti regionali e nazionali che si accapigliano, urlano e inveiscono contro questi tifosi in nome di che cosa?
Del Calcio!?

giovedì 4 settembre 2008

Surriscaldamento

Il riscaldamento globale è la causa degli uragani sempre più devastanti che stanno colpendo il continente Americano. Lo rileva uno studio condotto dalla Florida State University che, analizzando i dati raccolti via satellite relativi agli ultimi 25 anni, ha confermato il rapporto causa-effetto tra surriscaldamento del pianeta e cambiamenti climatici.
Il problema è sempre lo stesso: ridurre drasticamente i gas serra e le emissioni CO2 prodotte dall'uomo che sono tra le principali cause del riscaldamento medesimo.
La notizia non è poi così eclatante se non fosse per un altra letta qualche giorno fa - fonte 4° simposio internazionale sulla stratosfera (Bologna) - in cui 400 esperti hanno sostenuto la progressiva riduzione del buco dell'ozono che porterà addirittura alla sua richiusura nel 2070.
In realtà già qualche tempo fa non molto lontano, le rilevazioni satellitari avevano mostrato un quadro più incoraggiante sulla diminuzione dello strato di ozono con un calo del 30% rispetto all'anno record che era stato quello precedente, il 2006. Ciononostante gli esperti stemperavano un "eccessivo ottimismo" in termini di chiusura del buco.
Insomma un quadro così variegato di convegni, meeting e ricerche da cui si comprende che i risultati di queste indagini non sono sempre allineati e portano a conclusioni anche diverse. Il dibattito è acceso e controverso allo stesso tempo.
Dov'è la verità, anche qui nel mezzo? Come arrivare a un compendio?
La confusione aumenta quando leggo alcuni stralci della conferenza sui cambiamenti climatici tenutasi nel settembre 2007. L'allora ministro conterraneo Alfonso Pecoraro aveva tuonato con dati allarmanti parlando per l'Italia di una temperatura media aumentata di oltre 1 °C negli ultimi 50 anni, di molto superiore a quella media degli altri paesi. Il cambiamento del clima "è qui ed ora", aveva detto. Quale migliore spiegazione per riportare i termini del problema all'attualità e non alle solite previsioni futuristiche. Eppure sentendo parlare Luca Mercalli oggi, sul Tg di Rai1, sembra che il nostro paese non stia risentendo di cambiamenti così repentini tali da giustificare eventi catastrofici. Amen rispondo.
Ma esistono solo gli uragani?
Forse sono io catastrofico ma il surriscaldamento della terra è un qualcosa di più di una sensazione, è palpabile, oggettivo. Le malattie della cute aumentano a dismisura, le allergie pure, tanto per rimanere su quelle più "leggere" causate dal clima.
E la catastrofe più grave non è forse quella di convivere o peggio ancora morire per un "inquinamento globale"?

sabato 30 agosto 2008

Salernitana ProvAci

A poche ore dall’inizio dei giochi non potevo esimermi dal lanciare il miglior augurio alla Salernitana Calcio, ai suoi tifosi e alla dirigenza.
In periodo di vacche magre la società è riuscita ad allestire una rosa di tutto rispetto, andando a rimpiazzare, nei ruoli giusti, calciatori dalle grandi potenzialità.
Sapevamo tutti che, per chi ha voglia di progettare qualcosa di importante - vedi l’esempio della bella Napoli che con la gestione De Laurentiis ha raggiunto la max serie in 3 anni e quest’anno si gioca la UEFA – prima si costruisce un organico da serie superiore e poi, senza strafare, si va a rimpinguare dove occorre. Certo Salerno non può paragonarsi a Napoli, ma la strada intrapresa dai dirigenti mi sembra quella che porta a vincere.
Le doti dei nuovi e vecchi calciatori si sono subito manifestate in positivo. Nel calcio d’agosto abbiamo fatto vedere delle buone cose, il campionato, ovvio, è altra cosa.
Ma la vittoria in casa del Lecce in Coppa Italia non può considerarsi frutto del caso. La squadra salentina si è ben rafforzata, a mio avviso molto meglio di altre che giocheranno il campionato per la permanenza nella massima serie. La Salernitana stando alle cronache le ha tenuto testa e ha vinto meritatamente senza nemmeno soffrire più del dovuto. Questo è un dato.
Eppure i tifosi non hanno confermato nemmeno il numero di tessere dello scorso anno in C. Su questo strano dato probabilmente concorrono tutta una serie di elementi e non mi va di approfondire.
La ciliegina sulla torta è invece arrivata con la ri-conferma di Cardinale, (il ragazzo dai piedi “gentili”) non poteva essere scelta migliore: perché andare alla ricerca di buoni difensori quando nel tuo interno ce n’è uno che, oltretutto, conosce bene l’ambiente?
Infine un cenno al neo-allenatore. Lombardi e Fabiani non cercavano un nome di urlo, volevano un uomo sanguigno, determinato e che avesse voglia di emergere. Gli addetti ai lavori che ho incontrato al Nord ne parlano tutti bene, le sue squadre esprimono un bel gioco, questo è quello che si dice. Fabrizio Castori non ha mai vinto un campionato di B, un anno c’è andato molto vicino portando ai play-off il Cesena, ma ha all’attivo ben 7 promozioni nei campionati professionisti.
Non è di certo un perdente, la sua grinta mi ha subito entusiasmato ed io come Salernitano e tifoso spero che possa traghettare da subito i granata nella massima serie. I presupposti per far bene ci sono. A Di Napoli e compagni il compito di provarci.
Noi ci crediAmo.

mercoledì 20 agosto 2008

Caro volo!


Dopo una lunga attesa è stato finalmente inaugurato il tanto atteso aeroporto di Salerno-Costa D’Amalfi, nuovo scalo per volo passeggeri. Una grande conquista per Salerno e per i Salernitani, ma non solo. Se si considera l’hinterland che gravita attorno alla città di Salerno - con località di grande bellezza e prestigio per il turismo nostrano (costiera Amalfitana e Cilentana, Paestum con i suoi templi), nonchè il grande bacino di utenza della provincia Salernitana, Lucana e parte di quella Calabrese che troveranno senza dubbio più comodo lo scalo a sud di Salerno - ci renderemo presto conto che questo aeroporto sarà destinato ad avere una rilevanza assai strategica.
Chiaramente in un futuro (chissà se prossimo?), non già nel presente.
Comunicazione e pubblicità verso l’evento non sono di certo mancate. Anzi quelle sono state anche troppo velate: si è calcata un po’ troppo la mano sui prezzi modici, si parlava e si leggeva dappertutto di voli da 59 €. In realtà nessuno raccontava la verità, ossia che quei prezzi erano riservati solo per i primi 5 (cinque) voli! Ma non voglio dilungarmi su questo argomento.
Passiamo ad altri aspetti.
A Salerno, come in tutto il sud, prima si impiantano le cose e poi si pensa a tutto il resto (servizi, collegamenti ecc.). Mi faceva “senso” sentire da un tg locale che, ad aereoporto attivo, ancora non era stata instaurata una convenzione con il servizio taxi.
Assurdo!? Se si pensa che Picciola (la località dove ha sede l’aeroporto) dista 20 Km circa dal solo capoluogo di provincia e con un impiego di tempo non inferiore ai 15 minuti (in assenza di traffico), i calcoli per chi si appresta a chiamare un taxi sono presto fatti: 40 euro diurni in media di spesa sono tantini!
In realtà anche gli altri collegamenti sono carenti.
Per non parlare dei costi relativi al volo che possiamo anche definire proibitivi. Questa sera ho fatto qualche preventivo per un volo di andata e ritorno Milano-Salerno, ad un mese dal viaggio (dunque nemmeno tanto “sotto”) e il costo si aggira intorno ai 220 € a persona. Pensate se vi trovate a scendere con una famiglia. Un operatore telefonico mi ha risposto, dopo che gli avevo chiesto cosa bisognava fare per riuscire ad avvalersi di quelle promo: “riprovi ad ottobre per i voli di quel mese e futuri”. E poi ho pensato: certo, se vengono riservati 5 voli al giorno che offerta ti puoi beccare!?
Sia chiaro l’aereoporto è un patrimonio ed è sorto da pochissimo tempo. Ma proprio per questo c’è bisogno della sinergia di forze istituzionali per le migliorie: Comune, Provincia e Regione di concerto con altri organi hanno tanto da lavorare per fare in modo che, non solo i servizi siano più qualificati, ma che il numero di voli aumenti innanzitutto e con esso anche i prezzi diventino più accessibili. E' importante che tutto questo avvenga in tempi piuttosto brevi perchè se ciò può avere un impatto sull'economia locale (piena zeppa di aspettative suppongo), allora diventa necessario darsi da fare subito.

Credo fermamente che questo scalo abbia una grossa appetibilità per le compagnie aeree (anche quelle c.d. low cost); ribadisco è strategico per la posizione che occupa. L’aereoporto più vicino fino a poche settimane fa - Napoli - in realtà è anch’esso poco collegato nella direttrice sud, ciò non è da poco. Con Napoli però i costi dei voli sono molto più convenienti, scegliendo qualche volo più mattutino nello stesso periodo e per la stessa destinazione (Milano), siamo a 85 € a/r (dato: MyAir.com), circa il 60% in meno!!
La “Garganica” Foggia per fare un altro esempio, città più piccola di Salerno e con la vicina Bari dallo scalo più importante, vedrà dal 15 settembre augurare un suo volo passeggeri con una (rimarco) fra le più emergenti compagnie low-cost internazionali, la “MyAir”. Anche qui la scelta risulta decisamente più vantaggiosa per l’utente finale.
Per finire lancio un messaggio dalla rete, un luogo comune caro ai Salernitani, o se volete una provocazione:
Vincenzo De Luca, tu che risolvi ogni cosa, fa che anche per l’aeroporto, i servizi ad esso correlati e la gestione dei voli si cambi presto rotta.
Ma riuscirà il grande Sindaco a mettere lo zampino anche sul nuovo scalo?

giovedì 14 agosto 2008

Le critiche "calde" di Famiglia Cristiana


Nel gran caldo di ferragosto fa discutere l’editoriale di Famiglia Cristiana, il periodico di ispirazione cattolica più diffuso in Italia. Beppe Del Colle, l’autore, ha criticato l’attuale Governo di centro-destra, prendendo spunto da un recente rapporto dell’organizzazione religiosa francese “Esprit” che ipotizza per l’Italia un ritorno a nuove forme di autoritarismo. L’auspicio che “non sia vero il sospetto” che in Italia stia rinascendo il fascismo “sotto altre forme” ha generato tutta una serie di polemiche dove, fermo restando le repliche dovute degli esponenti di Governo (le più dure provengono, ovvio da AN, anche se ci sono degli interventi critici di qualche PD), spicca la presa di posizione del Vaticano che ribadisce come la testata “non ha titolo per esprimere né la linea della Santa Sede né quella della conferenza episcopale italiana”. Mi chiedo però che bisogno c’era di rimarcare le “linee di pensiero” da parte della Chiesa?
Famiglia Cristiana scrive liberamente e si assume responsabilmente, come tutte le testate esistenti, le conseguenze delle proprie attività. E poi il Magistero della Chiesa non è forse uno e così anche quello della dottrina sociale?
Credo che un giornale cattolico che prende delle posizioni ben precise – non politiche – su quella che è la dottrina sociale della Chiesa, giudicando singoli atti del Governo (in primis la proposta di prendere le impronte digitali ai bambini rom), mi sembra un azione quanto meno coerente e coraggiosa.
Giacomo Alberione, un sacerdote fatto Beato e fondatore del periodico nel lontano 1931, diceva: “Famiglia Cristiana non dovrà parlare di religione ma di tutto cristianamente”. E credo che l’attuale linea editoriale di Don Sciortino, a 70 anni circa da quelle parole, debba essere rispettata. Certo può sembrare esagerata una tendenza dell’attuale governo a forme che riecheggino il fascismo, ma cosa c’è di strano nell’augurarsi di non ritornare a quelle politiche?
Con tutto il rispetto per il "fascismo ideologia" (quello evocato dallo storico Renzo De Felice, tanto per avere un idea) che non era poi così malvagio, anch’io penso che quel nome sia “mai più”.
In realtà alcuni giorni prima che esplodesse il caso di Famiglia Cristiana, alcuni esponenti del centro-destra avevano accusato di “cattocomunismo” la rivista e, navigando nella Rete, mi sono accorto che non è stata la prima né l’unica volta.
Non vedo quindi cosa ci sia di scandaloso nell'esprimere liberamente il proprio pensiero che, insieme alla libertà di stampa, è alla base della discussione politica ed il succo di ogni buona democrazia.

domenica 10 agosto 2008

ALLORA SEI DI SALERNO


Dopo aver letto questo simpatico intervento sulle abitudini, usi e costumi comuni dei giovani Salernitani, mi sembrava doveroso pubblicarlo. Non conosco il nome dell'autore, chissà che il potere della Rete ci sveli questo divertente cantore.

GDS


Se....se per atteggiarti d'estate vai alla Rotonda, ma d'inverno a Largo Campo ... se ti sei chiesto almeno 1 volta perchè un giorno d'autunno senza un motivo tutti migrano dalla Rotonda a Largo Campo.... se sfotti i vecchi che vanno a caccia di polacche sul lungomare e a piazza Varsawa, molti anni or sono chiamata piazza S.Francesco.... se ad ogni angolo della città trovi una fontana, e non trovi la spazzatura!.... se il giorno di S.Matteo mangi il muso di porco e pane e milza mentre Rafele u' Vikingo e gli altri portano la statua del Santo ... se non è estate se a giugno non vai alla festa di S.Pietro e Paolo a Cetara a vedere i fuochi e a Capodanno a sentire il concerto in piazza rischiando di rimanere skiacciato da un palazzo ke ora nn c'è quasi più...... se ogni Natale visiti il museo di Carotenuto.... se sei stato male dopo una cena da 'Carminuccio u zuzzus' a Mariconda.... se dopo l'alba ti fermi alla Zeppola Dorata a Vietri.... se almeno una volta nella tua vita sei andato alla stadio a vedere la magica Salernitana e sei tornato a casa senza voce.... se pensi che non ci sia niente di meglio che arrivare a Cetara o alla Baia o al Kiavicone con il motorino e prendere il sole (mettendo 3 catene sperando ke nn se lo fottano) ... se dai 14 ai 18 andavi a mare solo alla Torretta di Cetara e dai 18 ai 30 vai solo a Erchie, ma ammetti che lo Sgarrupo è il più radical-chic ... se a Cetara vai anche alle 4 quando il sole non c'è più solo per pariare sulla spiaggia.... se alle elementari ti hanno portato ai Giardini della Minerva.... se pensi che hanno aspettato un casino di tempo per mettere la facoltà di medicina (la scuola medica salernitana è stata la prima al mondo!!) ... se quando ti dicono: 'ah sì, vicino Napoli...' fai la faccia storta.... se almeno una volta nella tua vita hai sentito qulcuno parlare male della tua città e hai fatto a mazzate.... se almeno una volta nella tua vita passando a via Roma o davanti al Tasso in macchina hai messo la musica a manetta e la gente ti guardava storto....... se alemeno una volta nella tua vita hai affermato di 'aver pariato a schifo' o di 'portarti' ... se ti kiamano pisciaiuolo e tu nn t n futt proprj ... se quando a maggio riapre il Dolcevita per te è come rivedere la mamma che era partita per l'America (con le relative lacrime agli occhi) ... se dici che al Dolcevita si và solo il venerdì perchè il sabato ci và la gente dai monti, mentre tu vai al Seagarden ... se d'inverno invece si và a ballare solo al bogart (eventualmente al vittoria quando stai senza soldi).... se pensi che il gelato piu buono preso in qualsiasi periodo e a qualsiasi ora sia quello del NETTUNO..(e la brioches dove la mettiiii??).... se la chiusura della pizzeria 'PIZZA COZZE E BIRRA 5€' a Vietri è stata un dramma (anche se non ci sei mai andato)(mi unisco al dolore) ... se per te la vigilia di natale fare le cozze sul corso è un dovere morale... se sei disposto a fare 40km per andare a mangiare la pizza patate e funghi porcini alla masseria della fontana vecchia... se quando tornando da un viaggio sull' autostrada dopo la curva Vietri spunta la città e vedi il Golfo ti commuovi.... se quando d'estate sei ancora in spiaggia alle 8 di sera e il sole va a nascondersi dietro la Costiera Amalfitana!(*-*) ... se almeno una volta sei andato all'isola verde il 30 giugno perchè dal giorno dopo ti scapezzano.... se quando ci vivi lontano da un pò di tempo ti rendi conto che prima vivevi in 'paradiso' ... se quando sai che la pasta e fagioli ( e nn solo) più buona del mondo è quella che hai mangiato al Vicolo della Neve.... se quando, passeggiando per il Lungomare, ti accorgi che quelli sulle palme non sono scoiattoli ...(hauhuahau).... se per anni hai passato la Pasquetta in Cilento tra Acciaroli, Santa Maria e Palinuro giurando a te stesso che era l'ultima volta.... se alla fine di una serata, qualunque cosa tu abbia fatto, vai a fare colazione da Caffe'& Caffe' (o H24) e metti la macchina in doppia fila ... Se il tuo sindaco si chiama 'Vicienzo a Funtana' e quei lampioni a Mariconda ed in Litoranea si kiamano ' E ppall e Vicienzo' ... se pensi che la tua città sia la piu bella del mondo ...ALLORA SEI DI SALERNO!!!!!

martedì 5 agosto 2008

Gente di mare

Bandiera blu 2008 anche quest'anno ad Acciaroli. Non è una novità per la località balneare Campana, tra le più rinomate del Tirreno. Il prestigioso riconoscimento internazionale della Fee Italia è infatti un qualcosa di assodato per il ridente porticciolo cilentano ed io che sono un frequentatore estivo non posso che confermare la qualità indiscussa delle acque, della spiaggia, dei servizi, oltre il fascino e la bellezza del luogo. “Il solito piacevole ritornello” così concludevo un post dedicato al mio viaggio in Sardegna e non potevo esprimere meglio il mio ritorno in questa terra baciata e decantata (pare) anche dal celebre Ernest Hemingway, scrittore e giornalista Statunitense.
La località balneare, semplice quanto raffinata - soprattutto la zona che circonda l’antico porticciolo - può effettivamente, con il suo fascino, ispirare qualsiasi cantore.
Quest’estate poi non potevo trovare compagnia migliore. In un caseggiato di pochi appartamenti a poche centinaia di metri dal centro abitato, un mix di genti Salernitane e del Salernitano: i Cavesi della numerosa famiglia De Rosa capeggiata dal mitico Zio Franco la facevano da padrone. Roba da far inorridire gli ultras del pallone e del campanile. Seguiva la famiglia Volpe al secondo anno consecutivo e i Ciottariello, quest’ultimi new entry da Laviano.
Un'integrazione davvero impeccabile con risate, sfottò, divertimento, festa-karaoke e anche qualche scintilla al gioco delle carte. Tutto fa parte del gioco ovviamente.
Un abbraccio a tutta la comitiva numerosa è doveroso: figli/e, madri, padri, suoceri/e, parenti e amici. Con loro ho passato dei bei momenti spensierati, davvero un bel nucleo.
Per le foto che sono senza dubbio le più richieste provvederò, come promesso, ad inviarvele quanto prima.
Che il ritornello continui!?

sabato 19 luglio 2008

Il sistema ciclismo è dopato

Un'altra vittima del ciclismo e del suo sistema si chiama Riccardo Riccò. Considerato dagli addetti ai lavori la più grande speranza italiana del pedale, il giovane corridore è incappato in uno stop al Tour per aver fatto “uso di materiale nocivo”. Si parla di epo di terza generazione.
Sono rimasto colpito dalle parole di ieri rilasciate dopo la notte passate in gendarmerie:“tornerò più forte di prima”, mi faceva pena poverino, mentiva sapendo di mentire. Quelle parole erano false, non sentite. Sappiamo tutti che il suo ritorno alle corse sarà traumatico, problematico se non proibitivo e non solo per quello che rischia dalla giustizia sportiva.
Le qualità del giovane di Formigine sono indubbie. La necessità di essere il più forte pure.
Il corridore è obbligato ad assumere sostanze dopanti dai team, da coloro che lo sostengono di fatto. Figuriamoci quando costui è individuato come un “astro nascente” delle due ruote. Domanda: la speranza deve provenire dai corridori quando il sistema ciclismo è marcio alle radici?
Una persona io l’ho conosciuta, un ragazzo dalla faccia “pulita” di Salerno che ha rinunciato al mondo delle corse, suo malgrado con il cuore che piangeva. Una volta che mi recai a casa sua rimasi impressionato dal numero esorbitante di coppe e medaglie che attorniavano i mobili della sala dei genitori. I risultati allora parlavano chiaro, nella sua classe-categoria era uno di quelli che andava più forte; ma era giovane e ancora minorenne e dopo ha dovuto scontrarsi con la dura realtà del ciclismo. Lui nel professionismo non è passato perché credeva fermamente nei valori dello sport e si è dissociato dal sistema e si che ha avuto i contro-c…Ma quante persone sono come lui?
Quanti dinanzi alla possibilità di fare una carriera si tirano indietro perché non vogliono assumere quelle “porcherie” di cui ti obbligano?
Ne ho sentite tante in questi giorni: giusto pene esemplari a chi si dopa, ma anche è giusto continuare nel buon nome del ciclismo pulito, questo sostanzialmente il concetto di giornalisti (strenui difensori per convenienza), critici e appassionati. Quanti falsi moralismi si sentono ancora. Qualcuno ha anche detto che non ha senso continuare e bisogna fermare le corse.
Sarebbe quasi ora!?
Qualcuno direbbe che il doping è diffuso in tutti gli altri sport e perché mai ci si accanisce proprio contro il ciclismo? Può essere, ciò però non è una giustificazione..
Damiano Cunego, uno dei grandi delusi di questo Tour, ha affermato “il ciclismo è sempre allo stesso punto”. Ha detto una verità, non un luogo comune. Ed il fatto che i suoi risultati siano inferiori alle aspettative è un aspetto che deve quanto meno far riflettere.
L’anno prossimo in Italia ci aspetta il centenario della nostra più grande corsa a tappe. Le gesta dei pionieri del Giro erano stati ispirazione e fonte per il mio massimo impegno universitario. Quando le corse erano impegni infaticabili tra polvere e fango.
Glia anni recenti invece erano quelli della libellula Pantani che volava e divorava le salite delle più celebri cime. Purtroppo non era tutto farina del suo sacco e con le conseguenze anche tragiche che si sono susseguite, oggi si continua a parlare dello stesso problema.

lunedì 14 luglio 2008

Siano baciata dalla fortuna

Nel paese che ha visto i Natali di mia madre una vincita record che forse non ha precedenti.
Una cinquina secca e un altra su tutte le ruote hanno fruttato la considerevole cifra di 3.368.600,00 euro al super-fortunato. Quel 10 luglio sarà ricordato a lungo, non solo e ovvio dal vincitore, ma dalla comunità di Siano tutta.
Gli interrogativi sorgono spontanei. Come fa un Sianese a giocare una cinquina secca su una ruota tanto inusuale come quella di Cagliari rimane dilemma di non facile interpretazione.
Qualcuno dei più ferrati in materia mi ha confidato che la ruota su cui si giocano i sogni è Cagliari.
Cagliari? Mi suona un pò strano.
Inutile dire che a Siano come Salerno e come tutta la Campania la ruota di riferimento per sogni ed altre combinazioni fortunose è quella di Napoli, non solo perchè il capoluogo ma anche perchè ruota intrisa di tradizioni e di una storia millenaria, tant'è che qui la smorfia è di casa e assume un particolare significato.
Poi ho sentito che potrebbe trattarsi di un sardo che vive a Siano o viceversa. Suggestivo ma anche questo improbabile.
La sequenza di numeri esclude i giorni del mese (che sono max 31) e i mesi (fino a 12).
35-60-66-75-83 mi rimandano inevitabilmente ad anni di nascita e qui c'è da scatenarsi.
Immaginiamo in un paese di poco più di 10.000 anime quali interpretazioni sono in corso su quei fortunati numeri, se sono anni di nascita poi gli intrecci vengono presto sviscerati e il toto-vincitore diviene "commedia". Non nacondo che in questo momento mi vorrei trovare anch'io in quel di Siano. Non nascondo nemmeno che il mio pensiero è andato subito a qualche zio e zia, ne ho diversi stretti. Ecludendo mia sorella che si trova con la famiglia in quel di Acciaroli, dopo un rapido consulto con mammà e i parenti più stretti ed un breve giro di telefonate, il mio sogno di vedere vincitore uno di questi parenti è presto sfumato e con esso la possibilità di assolvere qualche debito.
C'è qualcuno che dice che fortunati si diventa e non si nasce. Suggestivo, come non essere d'accordo.
Il problema però è quando la dea bendata viene ricercata sistematicamente. Quando ci si cimenta nell'inseguire i guadagni facili dai traguardi difficili. Il gioco poi non è più gioco.
Oggi giorno lo Stato con i suoi Consorzi e Monopoli quanti giochi propina ai consumatori, quanti gratta e vinci, quante lotterie?? Il problema forse è questo.
Per tutti ovvio, tranne che per quel fortunato vincitore.

martedì 8 luglio 2008

G8, quale funzione?

Questa sera, sul solito treno del ritorno notavo, tra le news della giornata, che la Borsa faceva segnare l’ennesimo ribasso a -2%, una consuetudine di questi tempi. La causa era l’ennesimo scatto del prezzo del greggio venduto a 142,44 dollari al barile. Praticamente la nostra benzina tocca un altro record a 1,55 euro a litro. Ammazza che botte ragazzi!!
Questa mattina invece – nel viaggio di andata - leggevo con attenzione del grande incontro al vertice dei paesi più industrializzati, il c.d. G8, che quest’anno si tiene nella giapponese Toyako.
I temi trattati sempre molto importanti, attuali e di interesse planetario: crisi alimentare, cambiamenti climatici e incrementi del prezzo del petrolio appunto, oltre che delle materie prime.
Il riflesso corre subito al crollo della borsa che era l’argomento che avevo introdotto e inutile dire che, sia pur grossolanamente, ho subito pensato tra me e me: “ma questi qui che ci vengono a raccontare?”.
Questa impressione viene presto rimarcata da un taglio molto più piccolo, a piedi pagina, in cui viene ripercorsa l’agenda storica degli incontri precedenti:“Aiuti al terzo mondo. Promesse e strette di mano, ma i problemi restano” era il titolo.
Nei vari appuntamenti, a partire da Genova 2001, vengono varati diversi piani per punti che però restano tali sulla carta. In ogni incontro noto sempre un fattore comune, ovvero tutti gli impegni prevedono un programma d’azione che viene rimandato all’appuntamento successivo.
In teoria buoni, ottimi propositi come quello di “aiutare il continente ad aiutarsi da solo”, ma nella pratica – come sempre – nessuna attuazione. E non sono io a dirlo ma l’informazione istituzionale e se ciò trova spazio nei giornali è proprio perché un segno incontrovertibile.
Nell’ultimo attuale G8 poi - con grande senso di responsabilità - gli otto grandi trovano un accordo sul problema clima: riduzione dei gas inquinanti entro il 2050. E contemporaneamente chiedono un “aumento della produzione e raffinazione di petrolio nel breve periodo”.
Che contro-senso è? Ma questi qui veramente si riuniscono per prenderci per i fondelli? Mi chiedo deciso.
E poi vi rendete conto che se in quella data non è stato raggiunto l’obiettivo non sapremo nemmeno con chi prendercela perché gli attuali componenti saranno crepati! E chissà se ci sarò io per poter dire “vi ricordate di quali cavolate discutevano Bush, Berlusca e gli altri”?.
Al di là di questo, veramente si può credere che dei tempi così lunghi possano porre un freno ad un problema tanto grave e già irrimediabilmente compromesso come qualche scienziato ha definito? Ma se si calcola che solo negli ultimi 10 anni si sia avuto un incremento dei gas serra che equivale al triplo del ventennio precedente! E soprattutto con l’irresponsabilità degli attuali governi e comunità locali in tema di inquinamento, che investono percentuali patetiche e desolanti per contrastare il problema del CO2, come potremo pensare che questo accordo possa avere un senso?
L’unica cosa interessante di questo G8 l’ha detta Sarkozy. La sua opinione è che un “tavolo” come quello non può escludere le economie a larga scala e sviluppo. “Non ha senso continuare a riunirsi in otto per discutere i grandi problemi del pianeta senza invitare a sedersi a un tavolo la Cina, con i suoi 1,3 miliardi di abitanti, o l’India che ne conta un miliardo”. Nulla di più sensato.
Ma la risposta degli USA è stata secca: no grazie, ovviamente. A ruota poi tutti gli altri non favorevoli all’allargamento, scontato. G8 o GUSA?
Bambini venite parvulos..

lunedì 7 luglio 2008

L'ultima notte di Federica

Rientrato da lavoro, dopo una giornata di disagi nei trasporti, mi accorgo di un Ansa triste in cui Federica Squarise, la ragazza scomparsa a Loret de Mar nella notte del 30 giugno, sembra essere morta (la notizia ancora non è ufficializzata, anche se Rai due l’ha anticipata).
A dir il vero – anche se la speranza è sempre l'ultima a morire – gli eventi che si erano succeduti non facevano trasparire a nulla di buono.
Una riflessione mi va di farla.
Senza conoscere le ragioni o i motivi di una così orribile morte, credo sia doveroso ricordare che a volte la prudenza e l’autocontrollo non bastano in una serata intorno alle 3-4 di notte.
Federica era senz’altro una ragazza tranquilla come tutti dicono e lo credo.
Talvolta è proprio la tranquillità o l’ordinarietà a cui siamo abituati nel quotidiano che ci spinge a trasgredire e a cercare gli eccessi del divertimento.
Probabilmente la povera Federica non ha ne trasgredito ne avuto eccessi, ma semplicemente si è fidata di alcuni scellerati che all’apparenza non sembravano tali.
E quanti ne abbiamo incontrati sulla nostra strada, magari di ritorno da una serata in un locale o in discoteca? Quanti sconosciuti possono apparire persone amiche, affidabili quando si è brilli?
E inutile dire che quando si tratta di una donna il discorso cambia, soprattutto quando si è inermi dinanzi al male.
La ragazza Padovana ha trovato delle persone malintenzionate, dei disgraziati che erano tutt'altro che affidabili.
Federica voleva divertirsi evadendo dalla sua quotidianità. L’albergo che aveva prenotato insieme alla sua amica era a poche decine di metri dal cuore dei locali notturni della movida spagnola. Peccato che sia, per divertimento, andata incontro alla morte.
Paradossale quanto fatale.
E il mio dolore è di rabbia.

lunedì 30 giugno 2008

Profondo blu


Sono di rientro da una breve vacanza in un incantevole terra, la Sardegna.
La brezza di mare, il vento persistente di terra, il profumo della natura selvaggia, il mare.
Già, il mare. Colori e tonalità che si intrecciano in una fantasia di colori: blu, verde, azzurro, turchese. Pennellate d'autore ovviamente.

Rilassarsi e ritemprarsi contemporaneamente, è tutto naturale in questi luoghi.

Una sola settimana ma intensa e ricca negli itinerari marini. Partendo dalla soave Agrustos -località dove eravamo ubicati presso una casetta spartana quanto raffinata a 50 mt dal mare - passando dalla spiaggia di Sant'Anna della vicina Budoni, a "La Cinta" di San Teodoro. Poco più su spettacoli mozzafiato come "Capo Coda Cavallo" e "Lu Impostu". Più giù, sempre sulla costa orientale, il golfo di Orosei meta di escursione con motonave: scenari paradisiaci e mete altrimenti non raggiungibili con veicoli da strada. Roccia a picco sul mare, insenature e grotte la fanno da padrone insieme, naturalmente, alle calette: Cala Luna, Cala Mariolu (considerata una delle sette spiaggie più belle al mondo), piscine di Venere ed altre meraviglie.

Anche la compagnia filava. A partire dai nostri vicini di casa, di Corsico: Renato e Marinella (quest'ultima sottolineo di "La Spezia") e dei traslocatori passeggeri Antonella e Roberto con famiglia, ubicati alle nostre spalle.

Per chi ama il mare un viaggio in terra Sarda dunque è imprescindibile.
Per mio padre era ed è rimasto un sogno. Se mi ha accompagnato in questo viaggio spero di aver fatto lui cosa gradita.
Ma il fascino della Sardegna non è solo il mare. In soli 7 giorni ho fatto solo un assaggio ma il viaggio credo continuerà.
Intanto fra un pò mi aspetta il mare del Cilento, solito piacevole ritornello.

giovedì 19 giugno 2008

O lontano se dal tuo volto..


Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un'acqua limpida scorta per avventura tra le petraie d'un greto, esiguo specchio in cui guardi un'ellera i suoi corimbi; e su tutto l'abbraccio d'un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano, se dal tuo volto s'esprime libera un'anima ingenua, o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenuae recano il loro soffrire con sé come un talismano.
Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma, e che il tuo aspetto s'insinua nella mia memoria grigia schietto come la cima d'una giovinetta palma...

Eugenio Montale, "Ripenso il tuo sorriso" (da "Ossi di seppia").

I giornali tutti parlavano di "gaffe" da parte del Ministero all'istruzione. Ci sono stati svariati commenti più o meno apprezzabili.
Riflessione: un manipolo di esperti, di alti professori o luminari di materie letterarie che danno un interpretazione sbagliata in una traccia di un esame di maturità???
Gaffe??
Una traccia sbagliata nella richiesta che viene rivolta agli studenti, come versi dedicati a una donna, anzichè un uomo (un amico ballerino della giovinezza di Montale) e parliamo di una semplice gaffe?
"O lontano se dal tuo volto", mi pare chiaro il riferimento ad un uomo!
Piuttosto non esagero se parlo di "vergogna" da parte del Ministero e dunque da parte dello Stato, a proposito si chiama sempre "esame di stato"?

Povero Montale, poveri ermetici.

martedì 17 giugno 2008

Il passante a Rogoredo


Dalla serie quando le istituzioni erogano servizi di pubblica utilità alla comunità.
Ieri mattina con grande stupore mi sono accorto che era già attivo nella stazione di Milano Rogoredo il servizio suburbano del passante FS che si collega con quello già esistente sulla rete metropolitana. Nel Sud Milanese lo attendavamo da anni e finalmente è una realtà. La tratta che da oggi è attiva si sviluppa per 3,5 Km e congiungerà la stazione di Porta Vittoria con quella di Rogoredo, da ora nuovo capolinea.
Da quest’oggi per me raggiungere la zona Lancetti – zona presso cui si trovano gli uffici in cui lavoro – significa non dover più cambiare due mezzi ma basterà scendere dal treno delle Ferrovie a Rogoredo e riprenderne un altro, in superficie, che mi porta a destinazione. Prima dovevo raggiungerlo attraverso la metropolitana. Risparmierò quei 15-20 minuti che significano tanto.
E c’è da considerare che la linea dovrà essere ulteriormente potenziata e probabilmente entro un anno chi dovrà raggiungere la metropoli sia da nord che da sud potrà farlo senza nemmeno cambiare.
Ma soprattutto ciò si traduce nella piacevole consapevolezza e insieme la soddisfazione di sentirmi gratificato come cittadino-contribuente.
E così i luoghi comuni o se vogliamo la concezione talvolta radicata nell’immaginario collettivo della gente secondo cui i “nostri soldi” non vengano ben spesi, si scioglie o magari si affievolisce.
Pensiamo pure all’effetto benefico per l’ambiente, al minor inquinamento che otterremo dalla realizzazione di questo servizio. Ma penso a tutte le altre opere infra-strutturali che Ferrovie e RFI stanno realizzando sullo stivale. Disincentivare l’utilizzo dei mezzi propri, questo deve essere l’obiettivo primario di ogni governo in tema di ambiente.
Così se la spesa pubblica viene utilizzata in investimenti di questo tipo, significativi a vari livelli, allora credo sia giusto rimarcarlo.
Grazie, continuate.

giovedì 12 giugno 2008

Morti bianche: i responsabili?

Il mio pensiero va a quelle sei famiglie straziate che ieri hanno perduto per sempre i loro cari.
Un altro tragico incidente è accaduto in Sicilia dove sono morte per cause ancora da accertare 6 persone all’interno di una stanza di un impianto di depurazione.
Riesplode il problema della sicurezza sui posti di lavoro, si ri-parla di misure e piani straordinari da adottare urgentemente, da ogni parte politica si alza il coro di denuncia verso un fenomeno in continua crescita.
Ma le normative sulla sicurezza ci sono, il problema di fondo è farle rispettare.
Chi doveva vigilare e chi poteva e doveva prevenire? Lo sapremo, chissà?
Non è possibile che ad oggi in un anno ci siano state in Italia 1300 vittime, questi dati sono terrificanti e inammissibili.
Ancora più inammissibile è il fatto che, assodate le cause, i colpevoli la facciano franca.
Infatti l’altro grande problema è accertare le responsabilità perché i procedimenti che servono a identificare chi non ha vigilato efficacemente affinché il fatto non accadesse sono – evidentemente – troppo complessi.
In Italia chi è colpevole il più delle volte non paga e questo chiamatelo pure luogo comune, ma è la verità. Si parla tanto di “stato di diritto”, dopo quanto accaduto se ne riparlerà ancora per qualche giorno, staremo a riflettere sulle cause che hanno generato la tragedia, dopodiché si ritornerà alla normalità come sempre.
Ma lo Stato quando ritornerà ad essere “Stato”?

lunedì 9 giugno 2008

Ancora

Nel segno di Roberto Donadoni. Questa sera macht di esordio degli Azzurri contro un blasone di tutto rispetto, gli arancio tulipani di Marco Van Basten.
Fiducioso per i nostri colori è dire poco. Partiamo favoriti non perchè veniamo dalla vittoria ai Mondiali 2006, ma perchè c'è la consapevolezza di avere una compagine di grande caratura, con uomini di qualità e dall'esperienza che conta, capaci di vincere anche in Europa.
Nel calcio tutto può succedere e i fatti bisogna dimostrarli sempre sul rettangolo di gioco, ma credo fermamente nelle parole e nella filosofia del CT. Donadoni parla di una squadra che è giunta al top della forma e c'è da credergli. E poi uno che si porta dietro un Cassano, croce e delizia di un calcio che necessita di funanboli dall'imprevidibilità nefasta, dimostra coraggio.
Donadoni è uomo di poche parole, serio, affidabile. La qualificazione come primi di giorone agli Europei non credo fosse poi così agevole, mantenere gli stimoli alti dopo un mondiale vinto, nemmeno. Eppure Gattuso, Zambrotta, Camoranesi, Buffon mi sembrano carichi a mille, questo è un buon segno.
Due anni fa ero tra i pochi ottimisti a dare l'Italia vincente, eppure c'era un grande scetticismo, colleghi e amici offrirono da bere. Ma non erano i soli a non scommettere un euro su quella squadra. Anche la stampa nazionale, dopo i fatti di calciopoli, organizzò una vera e propria campagna diffamatoria contro Lippi e gli Juventini, ex compresi.
Il campo smentì tutti pronostici e fu anche il miglior modo per stemperare quanto accaduto.
Ora l'Italia di Donadoni ci riprova.
Forza Azzurri ci crediamo!

giovedì 5 giugno 2008

Rifiutiamoli?


Quest’oggi le parole di Napolitano hanno suonato con vigore. E se deve ri-intervenire sull’argomento rifiuti non è per un caso, ma in seguito ad una affermazione di Roberto Castelli (Lega Nord) schieratosi a difesa della sua gente – manco se l’Italia fosse già divisa in due tronconi – ironizzando sui “soliti cattivoni del nord”, considerati tra i responsabili dell’emergenza. Se un Capo dello Stato interviene ci devono pur essere degli elementi forti a sostegno delle sue parole. E una relazione della Commissione Parlamentare sui rifiuti mi sembra una fonte più che attendibile, diciamo certificata.
Leggendo ciò il ricordo corre veloce e immemore alle parole di Roberto Saviano che avevo ascoltato qualche tempo fa al TG1. Sono andato a verificare la sua inchiesta e risale ancor prima, ad un anno orsono – il 2 giugno 2007 - “L’Espresso” dal titolo “Ecco i padrini dei rifiuti”. Non credo che Saviano fosse un profeta o un santone, ne tantomeno un ciarlatano come qualcuno, sempre della Lega, lo aveva definito. In quell’articolo i primi padrini in ordine di comparsa (e di fatto) sono la camorra, subito dopo gli imprenditori settentrionali rei di aver “sfruttato le occasioni di risparmio offerte dalla criminalità per smaltire al sud le scorie tossiche, rifiuti speciali e ordinari di ogni specie”.
La “cogestione” da parte della camorra di rifiuti provenienti dalle regioni del Nord di cui parlava oggi Napolitano riferendo di atti parlamentari è la stesa identica realtà descritta e denunciata da Saviano un anno fà e il suo “Gomorra” ne è forse la sostanza (dico forse perché non l’ho letto).
In quell’inchiesta Saviano parla anche di responsabilità politiche evidenti e fà come sempre nomi e cognomi. La politica costituisce l’anello di congiunzione per concretizzare il malaffare tra camorra e imprenditoria. E il mosaico si compone sempre allo stesso modo, con gli stessi passaggi, gli stessi legami. Il processo è certificato: criminalità-imprenditoria-politica.
Questo stà forse diventando un luogo comune?
Il problema dei rifiuti non era di facile e rapida soluzione si sapeva. Ma l’emergenza rifiuti sembra ancora lontana da una soluzione. Per giungere alla “normalità” l’impressione è che si voglia percorrere la strada più breve che, in questi casi, non necessariamente corrisponde a quella migliore. Ad esempio attivare subito le discariche e militarizzarle è giusto? Chiedo.
Ma cosa manca e che cosa si stà facendo? E questo il mio tormentone più grande, dal momento che di chiacchiere se ne sentono a iosa, eppure i fatti non si percepiscono.
E ancora il problema risiede davvero nello scarso numero di discariche, di termovalorizzatori o di impianti di compostaggio in Campania? Il nostro Presidente-Cavaliere qualche settimana fa era uscito con un programma a 17 articoli, dimenticandosi forse che per la “smorfia” quello è un numero sfortunato. E i Napoletani lo sanno bene. Un programma che mi è sembrato poco organico e incongruente ed il “Santo subito” apparso sui muri non era poi forse così “campato”.
Vorrei tanto sbagliarmi, magari invaso da tanto pessimismo per la vicenda ho le idee confuse.
Qualcuno mi illumini.