domenica 22 febbraio 2009
Il PD di Franceschini
Mi sarei augurato che la segreteria del Partito Democratico fosse affidata a Pier Luigi Bersani e invece avanza il vice Dario Franceschini.
Un cambiamento? Ci sarebbe da chiedersi se un vice può camminare nella direzione opposta a quella del suo predecessore? Certo le sue parole sono subito forti e di contrapposizione alle forze di governo e in particolare al premier Berlusconi, reo di aver favorito una progressiva concentrazione di potere nelle proprie mani e quindi incostituzionale. Ma questa è una colpa oggettiva su cui puntare in una futura opposizione governativa? E se pure fosse come la si fa a dimostrare? Berlusconi è pur sempre il presidente del consiglio e le attuali leggi non consentono di processarlo.
Di Pietro sosteneva qualche giorno fà, quando Veltroni ammainava la vela, che occorreva un opposizione "seria e forte". Lui finora, che piaccia o meno, l'ha fatta e non lo si può negare. Chissà se Franceschini ora intenderà proseguire con una linea di condotta più vicina a quella dell'Italia dei Valori oppure seguire la linea più radicale della sinistra. Chissà. Il suo compito è senza dubbio arduo perchè dovrà gestire, in ogni caso, con bilanciamento, due schieramenti che comunque hanno delle proprie idee e un loro credo. Non sarà facile.
L'antiberlusconismo, quello che è mancato all'amico Walterino, sembra venire rilanciato prepotentemente e con specifici riferimenti alla Carta Costituzionale: la politica condotta sinora da Berlusconi "è contro la costituzione a cui ha giurato fedeltà" ha detto il neo segretario del PD.
Piuttosto penso che il giuramento solenne che proprio lui ha fatto dinanzi ad un manipolo di concittadini e a suo padre Giorgio - partigiano cattolico - con le mani sopra una copia di quella Carta conservata negli anni dallo stesso padre mi è parsa tutt'altro che significativa e commovente. Fuori luogo in tutto, quello si. Non è "anomala" come lui stesso ha definito, è forzata. La tenerezza e la commozione del padre a me non ha affatto intenerito. Se questo doveva essere lo strumento per dimostrare che Berlusconi è contro la Costituzione Italiana siamo, a mio parere, fuori strada. Serve ben altro!
I simboli e il richiamo storico non possono essere un occasione di rilancio per un partito che non riesce a compattare le forze dell'opposizione, che punta ancora alla contrapposizione politica con Silvio Berlusconi e che non riesce a seguire un azione autonoma efficace e comune che si manifesti nei problemi reali della gente. Che soprattutto non si accorge in tempo di un Italia che si va progressivamente impoverendo.
La crisi non è soltanto economica.
lunedì 2 febbraio 2009
Io so: Di Pietro come Pasolini
Con uno stile che ricorda sia pur vagamente Pier Paolo Pasolini nei suoi "deliranti" editoriali degli anni 70 (uno stralcio di essi lo trovi qui), Antonio Di Pietro lancia il suo sapere contro il malaffare del sistema Italia. L'ho trovato interessante e per questo lo pubblico.
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