giovedì 14 agosto 2008

Le critiche "calde" di Famiglia Cristiana


Nel gran caldo di ferragosto fa discutere l’editoriale di Famiglia Cristiana, il periodico di ispirazione cattolica più diffuso in Italia. Beppe Del Colle, l’autore, ha criticato l’attuale Governo di centro-destra, prendendo spunto da un recente rapporto dell’organizzazione religiosa francese “Esprit” che ipotizza per l’Italia un ritorno a nuove forme di autoritarismo. L’auspicio che “non sia vero il sospetto” che in Italia stia rinascendo il fascismo “sotto altre forme” ha generato tutta una serie di polemiche dove, fermo restando le repliche dovute degli esponenti di Governo (le più dure provengono, ovvio da AN, anche se ci sono degli interventi critici di qualche PD), spicca la presa di posizione del Vaticano che ribadisce come la testata “non ha titolo per esprimere né la linea della Santa Sede né quella della conferenza episcopale italiana”. Mi chiedo però che bisogno c’era di rimarcare le “linee di pensiero” da parte della Chiesa?
Famiglia Cristiana scrive liberamente e si assume responsabilmente, come tutte le testate esistenti, le conseguenze delle proprie attività. E poi il Magistero della Chiesa non è forse uno e così anche quello della dottrina sociale?
Credo che un giornale cattolico che prende delle posizioni ben precise – non politiche – su quella che è la dottrina sociale della Chiesa, giudicando singoli atti del Governo (in primis la proposta di prendere le impronte digitali ai bambini rom), mi sembra un azione quanto meno coerente e coraggiosa.
Giacomo Alberione, un sacerdote fatto Beato e fondatore del periodico nel lontano 1931, diceva: “Famiglia Cristiana non dovrà parlare di religione ma di tutto cristianamente”. E credo che l’attuale linea editoriale di Don Sciortino, a 70 anni circa da quelle parole, debba essere rispettata. Certo può sembrare esagerata una tendenza dell’attuale governo a forme che riecheggino il fascismo, ma cosa c’è di strano nell’augurarsi di non ritornare a quelle politiche?
Con tutto il rispetto per il "fascismo ideologia" (quello evocato dallo storico Renzo De Felice, tanto per avere un idea) che non era poi così malvagio, anch’io penso che quel nome sia “mai più”.
In realtà alcuni giorni prima che esplodesse il caso di Famiglia Cristiana, alcuni esponenti del centro-destra avevano accusato di “cattocomunismo” la rivista e, navigando nella Rete, mi sono accorto che non è stata la prima né l’unica volta.
Non vedo quindi cosa ci sia di scandaloso nell'esprimere liberamente il proprio pensiero che, insieme alla libertà di stampa, è alla base della discussione politica ed il succo di ogni buona democrazia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Famiglia Cistiana non è cattocomunita come vogliono farla apparire e come dici è la voce più coerente dei cattolici.
Gianni

Anonimo ha detto...

Il Cavaliere, mi consenta, è un liberale per le libertà, non un fascista!
P.